In principio era la celluloide. Poi il tempo è passato, i film hanno guadagnato l’audio e successivamente conquistato anche il colore, per approdare in seguito al digitale.
Infine il cinema è diventato social. Gli attori twittano, offrono spoiler (anticipazioni) al pubblico, interagiscono con i fan e lasciano che questi sbircino nel loro quotidiano attraverso i contenuti multimediali che loro stessi pubblicano.
Il cinema si è fatto più umano, accorciando le distanze e perdendo parzialmente quell’aura mitica e idealizzata del passato, riconoscendo di fatto che senza un pubblico non avrebbe vita.
Recentemente però Hollywood ha fatto un ulteriore passo verso i suoi fedeli, cercando fondi su Kickstarter e ottenendo una partecipazione da record da parte dei fan.
Kickstarter è una piattaforma americana di crowd funding rivolta ai progetti creativi. Nel solo 2012 più di due milioni di persone da tutto il mondo hanno sostenuto, con una cifra totale impressionante – 320 milioni di dollari – , i progetti proposti sul sito, arrivando a realizzarne diciottomila.
Il meccanismo è piuttosto semplice: chi ha un progetto può attivare un account, aprire una pagina sul sito dedicata alla sua idea e presentarla, dichiarando la cifra che intende raccogliere e in quanto tempo. Fondamentale, in questo frangente, la componente viral dell’annuncio: l’azione passa infatti in mano agli utenti e visitatori di Kickstarter, che possono decidere di versare una cifra a loro scelta a favore di un progetto che li ha colpiti.
Ma attenzione, questi, i backers, non vengono considerati finanziatori, quanto piuttosto, secondo la filosofia del sito, sostenitori del progetto, che riceveranno un riconoscimento proporzionale all’impegno economico promesso.
La piattaforma è insomma uno strumento dalle grandi potenzialità, di cui si è appunto accorta anche l’industria cinematografica.
Se infatti fino a poco tempo fa la maggior parte dei progetti nella categoria “Film & Video” del sito riguardava la produzione di un documentario o la distribuzione nelle sale di film indipendenti, lo scorso marzo è partita la raccolta dei fondi per realizzare un film tratto dalla serie TV “Veronica Mars”, che ha infranto ogni record.
Con una campagna ben progettata e facendo leva sull’affetto dei fan, che da anni richiedevano a gran voce alle grandi case cinematografiche la giusta conclusione per la serie andata in onda tra il 2004 e il 2007, nell’arco di dieci ore l’iniziativa ha raggiunto la somma preposta di 2 milioni di dollari, concludendo la “missione” con un totale di 5,7 milioni e diventando il progetto che ha raccolto la cifra più alta e nel minore tempo.
L’evento non è passato inosservato e pochi giorni dopo la chiusura della raccolta fondi di Veronica Mars, l’attore e regista Zach Braff, conosciuto per il suo ruolo di JD nella serie tv “Scrubs”, ha visto in Kickstarter la possibilità per il cinema di produrre film indipendenti senza che gli autori debbano scendere a compromessi con il volere dei finanziatori, che spesso intervengono nel processo creativo, ostacolandolo.
L’attore ha quindi proposto il suo progetto, “Wish I was here” – che sarà nelle sale americane nel settembre 2014, avendo raggiunto il suo obiettivo in pochi giorni – e ha concluso il suo appello sottolineando al contempo la libertà necessaria a un progetto creativo e la bellezza di questa possibilità, promettendo un prodotto aderente al progetto iniziale, senza compromessi e curato dall’autore in tutte le sue fasi, dalla scelta del cast al montaggio finale.
Kickstarter sembra dunque aprire la strada a una sorta di arte partecipata, quasi una versione 2.0, applicabile in ogni campo della produzione intellettuale e in ogni sua forma di espressione.
Peccato solo che, per il momento, possano aprire nuovi progetti solo i cittadini americani o del Regno Unito. Nel resto del mondo la creatività dovrà aspettare, ma, nell’attesa, si può sempre andare al cinema.
Nicoletta Valentino